Illustri Autorità Civili, Militari e religiose, mentre desidero far giungere un saluto cordiale ed orante per tramite il chiarissimo prof. Giuseppe Parisi, ringrazio per l’opportunità concessami in una giornata così significativa e cara a tutti i presenti.
L’ Associazione dei Cavalieri di S. Silvestro è particolarmente onorata di essere stata invitata a partecipare all’evento relativo alla chiusura dell’anno culturale celebrativo del bicentenario dalla nascita della Regina Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena la cui vita ed opere sono note ai più ma che in questa Sede mi piace ricordare con devoto ossequio, certo che la storia ed il tempo sapranno far emergere ancora i carismi non del tutto svelati.
Nata Arciduchessa d’Austria e Principessa d’Ungheria, divenne regina consorte di Sardegna in quanto moglie di Vittorio Emanuele II di Savoia: purtroppo mai Regina d’Italia.
Alta, bella, colta, caritatevole e pia, ci piace ricordare che visse modestamente per la famiglia e per gli umili, che mai ricorsero invano alla sua regale munificenza.
In accordo con la suocera Maria Teresa, si sforzò di temperare la politica anticlericale del governo sardo ma non ebbe il piacere di vederne i risultati dal momento che poco dopo la sua morte, avvenuta il 20 gennaio 1855, avveniva l’approvazione delle Leggi Siccardi e, alla conclusione della crisi Calabiana, la cosiddetta legge Rattazzi, che vide l’abolizione di quegli ordini religiosi contemplativi ritenuti privi di utilità sociale, in quanto – si leggeva nel testo- «non attendono alla predicazione, all’educazione, o all’assistenza degli infermi».
Mi piace ricordare che esiste una piccola via a fianco del santuario della Consolata dedicata proprio alla Regina Maria Adelaide. Ancora, è interessante evidenziare che al suo interno esiste un artistico monumento che la raffigura inginocchiata, insieme alla suocera.
Scrisse di lei Costanza d’Azeglio: “Principessa che tutti ammiravano per la sua bellezza, e che conquistava i cuori per qualche cosa di angelico negli sguardi, nei gesti e nelle parole che ne rivelavano l’animo”.
Il legame tra la Vergine Consolata, patrona di Torino, e questa straordinaria donna fu intenso, filiale, d’esempio ancora oggi, alle tante generazioni che qui trovano conforto spirituale e materiale.
Gentile e premurosa, adempì sempre con scrupolo ai doveri di sovrana i quali, pur tuttavia, non la esentarono dalle sofferenze della vita familiare legate ai tanti tradimenti del marito che, pur stimandola, la tradì ripetutamente, in particolare con Rosa Vercellana che il sovrano sposò non appena rimase vedovo. Mite e remissiva, Maria Adelaide soffrì in silenzio, sostenuta da una fede profonda, che fu di guida all’educazione dei figli e alle opere di carità.
In questo antico ed ammirato tempio della cristianità, è bello ricordare che dalle sue ben otto gravidanze, la primogenita, Maria Clotilde, oggi serva di Dio, è ricordata come la “santa” di Moncalieri”: aveva probabilmente seguito il grande esempio che la mamma le aveva in qualche modo comunicato.
Nel concludere, mi permetto di invitare – quanti oggi sono presenti – a ripensare alla vita sinceramente Cristiana di una sovrana illuminata che fu sicuro riferimento anche per quelle anime consacrate che operarono nel tessuto Sociale di una Torino del XIX secolo.
La Sua testimonianza di vita possa essere l’ occasione di approfondire e riflettere sull’importanza di una sana ed autentica crescita spirituale che sappia guardare ai veri valori della vita, il cui coronamento ultimo, non si misura solo sul successo umano e sui traguardi raggiunti, ma sull’adempimento della volontà di Dio.